Nuovo Stadio e quartiere San Siro, il dibattito pubblico

Inizia il dibattito pubblico o almeno inizia quello ufficiale visto che il dibattito sul nuovo stadio è in corso ormai da qualche anno.

Il 14 aprile è stato pubblicato sull’albo pretorio del Comune il capitolato d’appalto per l’organizzazione del dibattito ufficiale che costerà alle casse comunali non più di 245.000€ e durerà al massimo sei mesi, fino a novembre 2022.
Il promo passo è quello di individuare un coordinatore del dibattito, dato che non ce ne sono di disponibili dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.
Il progetto in questione è quello elaborato dallo studio Populous, “La cattedrale”,  che s’ispira al Duomo di Milano secondo i progettisti e che prevede l’abbattimento dell’attuale stadio “Meazza” e la costruzione di un polo commerciale nell’area tra via Tesio, piazza Axum e piazzale dello Sport.

Il progetto di fattibilità

I candidati al ruolo   di coordinatore dovranno presentare alla commissione esaminatrice un progetto o studio di fattibilità che comprenda:

  • il calendario degli incontri del dibattito  e i temi da trattare
  • il Progetto di fattibilità tecnica ed economica (Pfte) e dell’intervento in generale, che all’inizio si potrà basare su una relazione di aggiornamento o disegno di massima che verrà predisposta delle due società di calcio, Inter e Milan 

Nei prossimi 6 mesi il coordinatore avrà poi questi compiti:

  • predisporre e gestire un piano di comunicazione e informazione al pubblico,
  • organizzare e moderare incontri e dibattiti (almeno quattro in presenza e quattro online) rivolti sia agli specialisti che a una platea generalista,
  • curare la pubblicazione di un sito web dedicato alla documentazione consultabile da tutti
  • infine, predisporre una relazione conclusiva.

Ma come siamo arrivati a questo punto?

Senza dover ripercorrere tutti i passaggi in tutti i dettagli, cerchiamo di ricostruire la vicenda “Nuovo stadio” per Milan ed Inter con le 5 schede seguenti.

1 Presentazione del progetto e dichiarazione di interesse pubblico.
10 luglio 2019: A.C. Milan S.p.A. e F.C. Internazionale Milano S.p.A. presentano all’Amministrazione Comunale di Milano il Progetto di Fattibilità Tecnico Economica del nuovo Stadio per Milano e del correlato distretto multifunzionale. 
  • Da quella data si sono susseguite diversi incontri e interlocuzioni tra le due società calcistiche e il Comune di Milano, che ha richiesto aggiornamenti ed integrazioni al progetto originale.

5 novembre 2021: dalla Giunta Comunale arriva la dichiarazione di interesse pubblico

  • sul progetto del nuovo stadio presentato da Inter e Milan mettendo comunque una serie di condizioni, fra cui la “riconfigurazione a distretto sportivo dell’area dove attualmente insiste il ‘Meazza’ con ampia valorizzazione e incremento del verde”. Lo sottolinea una nota di Palazzo Marino.
  • “l’adeguamento dell’indice di edificabilità territoriale a quello massimo previsto dalla Norma del Piano di Governo del Territorio approvato con riferimento alla Grande Funzione Urbana ‘San Siro’, pari a 0,35 mq/mq” e “sulla base di quanto stabilito, aggiornamento del Piano Economico Finanziario nella successiva fase progettuale”.

Ricorsi al TAR

Come in molte vicende italiane che riguardano l’amministrazione pubblica, il ricorso al TAR è un classico e subito anche in questo caso scattano due ricorsi contro la delibera del 5 novembre del Comune che dichiarava di pubblico interesse la realizzazione di un nuovo stadio per Milano.

2 I Ricorsi al TAR e i Referendum.

I Ricorsi al TAR

  • il primo ricorso al TAR è stato presentato dal  Gruppo Verde San Siro, dell’ex consigliere comunale Basilio Rizzo e di una cinquantina di residenti del quartiere.
  • il secondo ricorso è presentato dal comitato quello presentato da 67 cittadini di Milano con il sostegno dei comitati Coordinamento San Siro e SiMeazza.
    • “La questione di San Siro infatti non riguarda solo i residenti nella zona, ma riguarda i cittadini milanesi e metropolitani poiché coinvolge un bene e una proposta edilizia e urbanistica di assoluta ed evidente rilevanza cittadina, metropolitana e nazionale, su aree di proprietà comunale – afferma il comitato SiMeazza – Lo stadio San Siro è considerato uno dei simboli per eccellenza della città di Milano, nonché uno dei più celebri impianti al mondo”.
    • Identico sembra essere l’intento, quello di rendere  nulla la dichiarazione di pubblico interesse e cioè di  bloccare la costruzione del nuovo stadio di Milano

I due Referendum

  • I comitati che si oppongono al nuovo progetto, hannno proposto anche due referendum sulla piattaforma Milano Partecipa
  • I quesiti – come ha spiegato Veronica Dini, avvocato che segue il comitato – sono due:
      • uno abrogativo che chiede di cancellare la delibera del novembre 2021 con la quale la giunta comunale ha ritenuto di interesse pubblico il progetto del nuovo stadio di Inter e Milan.
      • L’altro quesito è invece propositivo e chiede all’amministrazione di salvaguardare lo stadio Meazza “nella sua attuale funzione, senza procedere all’edificazione di un nuovo impianto sportivo con la medesima funzione nell’area di San Siro”. Di avviare inoltre un concorso internazionale per progetti di riqualificazione del Meazza e di elaborare un piano generale d’area per il quartiere di San Siro e per la su

Ma quali sono i vantaggi e gli svantaggi dei progetti in discussione?

3 Nuovo stadio “sì”, nuovo stadio “no”

L’impatto ecologico dell’abbattimento dello stadio Meazza

Coloro che si oppongono al progetto del nuovo stadio hanno forti argomentazioni dalla loro parte.

  • La preoccupazione principale riguarda la demolizione dello stadio Meazza, prevista dal progetto  presentato e che comporta un’ingente quantità  di detriti di ferro e cemento il cui trasporto e smaltimento comporrebbe un intenso traffico di mezzi pesanti nelle strade adiacenti allo stadio:  “servono più o meno 23.400 viaggi di camion da 16ton/ciascuno con percorrenza di 80 chilometri: altre 9.500 tonCO2e circa saranno emesse.
  • Sono 210.500 le tonnellate di CO2e che si potrebbero emettere per la demolizione/ricostruzione dello stadio San Siro”:  questa è la conclusione dello studio è stato recentemente fatto da Paolo Pileri (docente di Pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico) che  dichiara : «La demolizione – ricostruzione del Meazza varrebbe il 5% delle emissioni dell’intera città Per compensare l’anidride carbonica del progetto bisognerebbe trasformare a bosco 210 ettari di aree urbane». Qui trovi un articolo per l’approfondimento

La contrarietà delle squadre di calcio alla ristrutturazione dello stadio Meazza.

D’altra parte le squadre  di calcio hanno più volte motivato la necessità economica di possedere in qualche misura un nuovo stadio che dia introiti maggiori per competere anche a livello internazionale con le più ricche squadre inglesi e spagnole.

  • L’attuale stadio non è ideone a una ristrutturazione efficace per raggiungere l’obbiettivo indicato e i lavori che si potrebbero protrarre per 2 o 3 anni, costringerebbero le squadre a giocare altrove causando così danni alle tifoserie e alle finanze  delle squadre stesse. Qui trovi un articolo per l’approfondimento

Ma qualcuno favorevole infine si è manifestato!

  • Residenti del quartiere San Siro hanno lanciato una petizione online su Change.org a favore del progetto per la costruzione del nuovo stadio.
  • La preoccupazione in questo caso è di segno opposto:  si chiede di proseguire con il progetto del nuovo stadio per il bene della zona, in quanto se non si dovesse portare avanti il progetto proposto dalle due squadre, il futuro per il quartiere San Siro potrebbe essere quello di un lento degrado.  
  • Preoccupazione condivisa anche dal Sindaco Sala in quanto il  comune di Milano non riuscirebbe a sopportare i costi di gestione, tra i 5 e 10 milioni di euro all’anno, solo con i concerti e trovare un’altra società che se ne faccia carico sarebbe impossibile. 
  • A questo proposito Sala ha recentemente dichiarato che: “Visto che è tutto bloccato tra ricorsi e referendum, non sarebbe male fare il dibattito pubblico, però capisco anche che la pazienza delle società rischia di esaurirsi. La mia unica paura è restare con il cerino in mano e il cerino si chiama San Siro. Se le società dovessero andare da un’altra parte sarebbe un grande problema” 

Alla ricerca di alternative

4 Il piano B e la presa di posizione del sindaco Sala

Il Piano “B” delle squadre

Ma c’ènche un piano di riserva: infatti le due squadre milanesi sembra che stiano riflettendo sul da farsi  dopo le polemiche sul nuovo stadio: si stanno quindi valutando tre ipotesi alternative: area ex Falck a Sesto San Giovanni, Segrate e San Donato Milanese.

  • Secondo la ricostruzione fatta dal Corriere della Sera, ci sarebbero troppi intoppi sul percorso per il nuovo stadio, dai ricorsi al TAR alla fatica a fare passi in avanti. Nonostante il “Sì” del Sindaco Beppe Sale, i due club hanno però deciso di guardarsi intorno.
  • In testa ai pensieri dei club c’è sempre MilanoSesto l’ex area Falk di Sesto San Giovanni, ipotesi, che già in passato era stata presa in considerazione dai vertici delle squadre, ma poi sfumata in quanto non c’erano più spazi a disposizione. Adesso sembra che quegli spazi non solo ci siano, ma anche il tema delle bonifiche sia meno impattante del previsto. Un ruolo strategico lo giocherebbe Giuseppe Bonomi, l’ex presidente di Sea, di Alitalia, di Arexpo, attualmente ad di MilanoSesto in uscita dalla società, a cui i club,  hanno affidato il compito di superconsulente per la realizzazione del nuovo stadio sia a San Siro sia in un’altra zona come Sesto. 
  • Subito da  Sesto San Giovanni (comune della provincia di Milano dove a Giugno ci saranno le elezioni) sono arrivati segnali di apertura e il sindaco, Roberto Di Stefano,    ha dichiarato: “Se il sindaco Sala perde il nuovo stadio è perché non riesce a trattenere Milan e Inter che hanno bisogno di tempi certi per fare l’investimento, che sia a Sesto San Giovanni o a Milano o in un altro comune. Se le società e i fondi hanno bisogno di patrimonializzare e comprendono che su Milano questa possibilità non c’è, ci sta che si guardino in giro. La città mette a disposizione, sia come Comune che come proprietà, la possibilità di trasferire il progetto stadio se le società non dovessero trovare un accordo su San Siro o anche una di loro due.”

La risposta del Sindaco Sala

La risposta del Sindaco Sala non si è fatta aspettare e in una lettera pubblicata sulla Gazzetta dello Sport scrive:

  • “Sono stato scelto dai milanesi non per porre alternative che generino un impoverimento della città, ma per far sì che Milano conosca uno sviluppo che abbia rispetto dell’ambiente e dell’equità sociale. Sto lavorando affinché lo stadio di Inter e Milan rimanga a Milano e non vada a Sesto (dove peraltro c’è già una gloriosa squadra di calcio, la Pro Sesto)”.
  • “Milano è una delle città europee preferite dagli investitori, dati alla mano… Abbiamo già approvato tre delibere, due di Giunta e una di Consiglio Comunale, e abbiamo fatto tutti i passi necessari per avviare il dibattito pubblico. Stiamo aspettando dalle società, che hanno aderito al dibattito pubblico, il progetto esecutivo del nuovo stadio e dell’area circostante. In conclusione, noi stiamo lavorando al presente e al futuro di una Milano sempre più Milano, nel pieno rispetto dei tempi, delle leggi e degli interessi in campo, cioè gli investitori e i cittadini.”

Una soluzione che sta raccogliendo molti consensi

5 una Spa comunale con Milan e Inter soci al 49%

Una proposta per governare il progetto del nuovo Stadio di Milano

  • Il dibattito come visto  è molto accesso ed animato da diversi soggetti con obiettivi contrastati.  Tra le ultime proposte emerse, c’è quella di Franco D’Alfonso e Sergio Scalpelli che hanno formulato in modo dettagliato la possibilià di costituire una società pubblica di scopo per lo sviluppo del progetto stadio e la rigenerazione del quartiere.
  • Una SPA mista:   la proposta è quella di costituire una Spa di proprietà comunale cui conferire terreni e stadio, con la missione di progettare e realizzare la rigenerazione e lo sviluppo dell’intera zona, con  con Milan e Inter soci al 49%.
  • La proposta è stata anche presentata dall’ex assessore Franco d’Alfonso alla Commissione Consiliare affari istituzionali-città metropolitana e sport, turismo, politiche giovanili e politiche per il benessere
  • Il primo passo è la costituzione di una società per azioni al 100 per cento pubblica, come avvenuto per il terreno di Expo 2015, per decidere il futuro dello stadio di San Siro attraverso il conferimento del terreno e l’impianto, con la missione di riprogettare lo sviluppo della zona con il distretto sportivo metropolitano. Un’eventualità che ridurrebbe i tempi decisionali e avrebbe risvolti positivi sia per il Comune, sia per i privati. Compresi i club.
  • “I partner privati – ha spiegato d’Alfonso – verrebbero coinvolti, con un bando pubblico, con la cessione del 49 per cento delle quote e la gestione della società. La proposta prevedrebbe inoltre che la gestione non avvenga attraverso il pagamento delle quote, ma di un aumento di capitale”.
  • Lo stadio, è stato ricordato, è stato valutato dall’Agenzia delle entrate 80 milioni di euro mentre il terreno, con l’indice di edificabilità previsto dal pgt, 200 milioni, quindi il valore di quanto verrebbe conferito dal Comune ai privati sarebbe di circa 300 milioni di euro. “Mettendo il 49 per cento di aumento di capitale, significa che i partner mettono 300 milioni di liquidi –ha spiegato D’Alfonso– quindi società sarebbe pienamente operativa da subito”. Qui trovate l’intervento completo.

Photo Credits: immagine di copertina tratta dal press kit del progetto dello studio Populous, “La cattedrale”

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