Un anno di guerra

🇺🇦 il 24 Febbraio 2022, un anno fa esatto, è iniziata “l’operazione speciale militare”, l’invasione russa dell’Ucraina: una violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale che richiede una giustizia immediata.
🙏 Non hanno avuto e ancora non hanno il coraggio di chiamarla guerra anche se ormai ha causato molti morti: una stima dell’ONU a fine gennaio ha parlato di 7.000 morti, di cui 456 bambini, e 11.000 feriti tra i civili ucraini. Il numero dei militari morti e feriti in Ucraina è di circa 100.000 e non si sa bene quanti siano quelli russi, probabilmente altrettanti.
🔻 Un bilancio tremendo dopo solo un anno di guerra, a cui si aggiungono le distruzioni di città (alcune distrutte completamente come Borodyank, Mariupol e Kharkiv) , di infrastrutture e industrie ucraine, con danni che, secondo la Banca mondiale, ammontano a 350 miliardi di euro.
🔻 I negoziati di pace tra Kiev e Mosca, si sono interrotti e le delegazioni non si incontrano più ufficialmente da Aprile dopo le pubblicazioni delle immagini delle atrocità di Bucha, che dimostrano le responsabilità dei russi nei massacri di civili.
🇺🇳 Ieri l’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato con 141 voti a favore, 7 contrari (tra cui Russia, Biolorussia e Corea del Nord) e 32 astenuti (tra cui Cina e India) una risoluzione in cui si sottolinea «la necessità di raggiungere, il prima possibile, una pace completa, giusta e duratura in linea con la Carta delle Nazioni Unite».
🔻 Il testo del documento non vincolante, come tutti i documenti approvati dall’Assemblea, ma dal forte valore politico, «ribadisce l’impegno per la sovranità, l’indipendenza, l’unità e integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti» e chiede «la cessazione delle ostilità e il ritiro immediato, completo e incondizionato delle forze militari russe». Tra i 75 co-sponsor anche l’Italia.
🔻 La richiesta è chiara: la Russia deve porre fine alla sua guerra di aggressione.
foto PrimaPress.it il teatro di Mariupol bombardato con più di 300 vittime fra le persone che vi si erano rifugiate

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